IL NUOVO CD GENOVAMADE BAND


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REMESCIO D’AEGUA

Mescolo le carte
di notte, nella stanza

idee, ricordi
questa vita stanca

Rimescolo con la lingua
per sciogliere il tuo cuore e la tua sete

che giro di puttane
a dare pace alla tua voglia

Briciole di pandolce
a riempire il vuoto di queste pance

Rigiro di parole
che sciolgono paure e speranze

E porta via la tua barca dagli scogli
movimento d’acqua nella vasca dei trogoli

in mezzo al mare ti brillano gli occhi
occhi pieni d’acqua salata

Movimento di barche
nella notte stanca

Zucchero e caffè
e la mia vita sulla bilancia

Rimescolo con la lingua
per sciogliere il tuo cuore e la tua sete

Che giro di puttane
a dare pace alla tua voglia

Briciole di pandolce
a riempire il vuoto di queste pance

Mi agito in mezzo alla schiuma
del mio mare pieno di catrame


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LE PAROLE ARMATE

Se in questa sera tu
avessi voglia di ascoltare
Le mie parole sono soldati
pronti a sparare

Che puoi sentire tremare adesso
poi uccidere e cadere
Dall’aspro vino dei vent’anni,
sognare

Scorgeresti la loro ombra

muovere passi al salire
Verso la tua casa
dopo tanto mare

E parole vicine al cielo
che saprebbero volare
Sopra questa infinita notte
e arrivare in tempo

Sudate d’amore
ma arrivare per tempo
Abitare il respiro
in questo giro di tango lento

Se in questa sera tu
avessi voglia di aspettare
Le mie parole sono soldati
pronti a tornare

Avresti ferite di cento battaglie
e ancora sangue da lavare
E polvere di quel tempo
così difficile da inseguire

Parole selvatiche
da cancellare
Dietro le sbarre della memoria
poi lasciarle andare
Se in questa sera tu
avessi voglia di ascoltare
Le mie parole sono soldati


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O MÂ FA MÂ

Sono sempre in mezzo al mare
prendere dell’umido
dicono che fa male

Ma il mare che fa male
poi, alla fine
ci fa innamorare

Oggi io non so
non so proprio cosa fare
mi dici di venire a pescare
mi dici di venire a pescare
Sono sempre in mezzo al mare
sberle di scirocco
e sputo alle mani

Tirare su maglie ubriache di sale
mangiare pane raffermo
e per il sale il pane

Tira su il pesce, di notte rimango sveglio
e molla giù la rete, domani saranno denari
Tira su il pesce e molla giù la rete
di notte rimango sveglio, domani saranno denari

Giocattoli di piombo e buio da strappare
ci sono rimasti solo i dottori
a cercarsi il male

Pezzo di cuore duro lascia la porta socchiusa
Dio mi protegga gli occhi
che è già l’ora di andare

Oggi io non so
non so proprio cosa fare
mi dici di venire a pescare
mi dici di venire a pescare


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O SCIÒU DO SCIÖCO

Guarda un po’ che vento è
se è di quello che
spettina i capelli
e butta all’aria il molo

L’ho sentito l’altra notte il vento
fischiare tra le bombe e il tempo
Tempo di guerra, tempo d’amore
temporale poi brilla il sole

Ho messo da parte la tristezza oggi
l’ho messa nella carta
che usavo per le parole
per darti fuoco al cuore

Ed ho chiuso le persiane per cadere
al buio dolce tra le tue braccia
passano le nuvole, passano
e le lenzuola diventano stracci

Guarda un po’ che vento
che vento mai sarà
che strappa via la vela
che fa arrabbiare il marinaio

Con il respiro dello scirocco sulla faccia
annodare i giorni che passano
senza poterne mettere da parte

Con la rete del tempo sugli occhi
le idee dimenticate per i vicoli
sono figlie che hanno paura di invecchiare


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IL RUMORE DELLA TUA MECCANICA

Vedi vado in fretta amore mio
ti scrivo ormai da un’altra città
Qui piove su tutto il mare
un altro inverno mi sorprenderà
A ritornare stanco senza essere partito mai

Vedi vado in fretta amore mio
è che desidero essere per verità
Sfocato ricordo e presente più nitido
il rumore della tua meccanica
Con gli occhi chiusi cercare parole
e seducenti silenzi da amare

In questa notte che va senza rumore
tu mi hai amato alla schiena
senza mai pronunciare il mio nome

* A memoia a remèscia
comme mouxi in to mâ
comme in pescìo che u tia
e u respìa aegua sä


Vedi vado senza aspettare io
Tu vieni piano in punta di logica
Non ho fortuna e sono solo l’attore
Di un qualunque giro di tempo
Con gli occhi chiusi cercare parole
E seducenti silenzi da amare

In questa notte che va senza rumore
Tu mi hai amato alla schiena
Senza mai pronunciare il mio nome

* La memoria si muove
come le onde nel mare
come un pesce che tira
e respira acqua salata



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A NÄE IN SCIÀ PRIA (NOVE NAVI)

Guarda, c’è una ragazza rattrappita
appoggiata ad una ringhiera
il magone, brutto gondone,
le pianta i denti alla gola

e a forza di trasportare
il peso dei ricordi
le cade tutto per terra
botte da orbi

Luce colorata
verde bottiglia
della rete appesa in giro
in giro qualche conchiglia

Sembrava di essere in fondo al mare
in un momento
la musica si preparava
ad alzare le sue vele al vento

Marinella che aspetta l’onda
dalla sponda
Marinella che ha voglia di essere cullata dal mare
per sognare

Signori viaggiatori
che passate sulla ferrovia
guardate fuori dal vagone
c’è una nave su una pietra

Tutte le luci sono spente
l’anima è rugginosa
marconista segnala a morse
SOS da levante

Marinella che aspetta l’onda
dalla sponda
Marinella che ha voglia di essere cullata dal mare
per sognare

L’odore di cornetti e caffè caldo
salsedine,
maccaia, pitosforo e trementina,
pioviggine

Marinella ha il cuore cucito,
rammendato
Marinella sotto chiave con la museruola
scirocco caldo

i treni le volano sopra la testa,
mortaio pesta
e il tempo si scioglie in fretta
e cola via


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A MOGGÊ DO DIÄO

Senti, tuona
è la moglie del diavolo
è il marito che la trascina giù dalla salita

Così ho già visto piovere quarant’anni fa
le galline fanno le uova qualcuna è annegata

Si fa il trucco con il fango la moglie del diavolo
e mangia solo sughero che le piace galleggiare

In giro per i vicoli scrollando il culo
più avanti soffia il naso ed un muro viene giù

Senti che viene
è la moglie del diavolo
figlia selvatica
niente sacramenti e ombrello

Madonna del Monte Carmelo
proteggi questi figli dall’acqua del cielo

Ci si infila dentro al letto la moglie del diavolo
poi escono a braccetto
per andare alla Foce a vedere il mare

E di corsa giù per la strada piena di pantano
qualcosa rimane in piedi


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VEUGGIO… A NATALE

Voglio un lavoro che duri
un sogno per mandare via la paura
un bicchiere di vino bianco
il respiro che ha rubato l’amianto

Voglio vedere vincere il Genoa
voglio vedere vincere la Sampdoria
Voglio che qui la memoria
non sia solo alluvione

Voglio andarmene in pensione
poter aprire la finestra
e vedere il mio mare in burrasca
un pezzo grande di focaccia

Quanti odori si mescolavano nei vicoli a Natale:
Stoccafisso, farinata, frittelle di baccalà
Olio, zafferano, acciughe sotto sale
Trippe, fagioli, sanguinaccio con i pinoli